Quale crescita? Le sfide della sostenibilità e dell’equità
La specie umana è da sempre perturbatrice dell'ambiente naturale, ma da un paio di secoli la rivoluzione industriale, che ci dato un benessere mai sperimentato prima, ha anche provocato l'immissione in dosi massicce di inquinanti in atmosfera, nelle acque e nel suolo. Da qualche decennio l'interazione della nostra specie con l'ambiente è divenuta molto più importante per proporzione, per intensità e per velocità.
Abbiamo una fame crescente di energia: per produrre energia, tradizionalmente, bisogna bruciare qualcosa (carbone, petrolio, gas, legna, ecc.) e questa combustione sviluppa gas che fanno male a noi e al pianeta. Consumiamo più risorse naturali di quante la terra è in grado di riprodurre, anche se siamo lontani da un impoverimento catastrofico. E' difficile non cedere allo sfruttamento eccedente: le risorse sembrano inesauribili, ed è socialmente e politicamente difficile moderare le aspettative.
Sta crescendo la consapevolezza che vi sono costi esterni a quelli direttamente produttivi (le cd. "esternalità"), ma non paiono esservi ancora diffusi strumenti di interventi per la loro eliminazione (tale non sembra essere la "compravendita di emissioni" prevista dall'accordo di Kyoto del 1997).
Il riscaldamento globale per la biosfera sarebbe un fenomeno poco rilevante, ma per gli uomini è un serio problema: crescono le probabilità di disastri geofisici e climatici. Tali disastri colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo, aumentando le disuguaglianze sociali nel pianeta.
All'impoverimento degli ecosistemi (che forniscono alle nostre società servizi essenziali e gratuiti) si aggiunge la crescita della popolazione (raddoppiata dal 1960 al 2000 e in continuo aumento, anche se meno accelerato: nel 2050 saremo almeno 9 miliardi)), concausa di ulteriori squilibri economici e sociali, che alimentano conflitti regionali per le risorse e migrazioni.
Quasi tutti gli economisti, buona parte dei politici e alcuni scienziati appaiono ispirati da un incrollabile ottimismo. E' giustificato? La green economy consente davvero di far emergere i costi "invisibili", cioè ambientali, e proporre soluzioni praticabili universalmente?
Cercheremo di capirne di più nel ciclo autunnale che l'associazione Risorse propone.
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La lotta per l'esistenza rappresenta un'eccezione. La regola è la lotta per il potere, per un continuo "più" e un continuo "meglio", per un "più veloce" e un "più spesso".
Friedrich Nietzsche