MILANO - Certo i numeri sono ancora esigui: troppo esigui, volendo fare un appunto. Ma se tutto il comparto creditizio italiano avesse una crescita di raccolta e di crediti come quella di Banca Etica, e un'incidenza quasi nulla delle sofferenze su prestiti, si potrebbe essere più ottimisti per l'Italia: e ciò al di là di ogni considerazione "etica" rispetto all'attività finanziaria, che pure ha la sua importanza.
Nei conti chiusi nel primo semestre 2018 la piccola popolare con sede a Padova conferma le tendenze degli ultimi tempi: l'utile netto ha superato 3 milioni di euro dopo prestiti saliti del 5% a 882 milioni, raccolta diretta del risparmio a 1.455 milioni (+5,9% rispetto a fine 2017), raccolta indiretta tramite i fondi Etica sgr di 588 milioni (+2,6%), sofferenze nette su impieghi netti allo 0,8%, contro una media del sistema bancario nazionale più che tripla, pari al 2,84% (dato di fine maggio). L'indice di patrimonializzazione Cet 1 ammonta all'11,87%, per un capitale sociale di circa 66 milioni di euro.